La Torà del giorno: Emòr (2)

16 L’Eterno parlò a Mosè dicendo così: 17 «Parla ad Aronne dicendo così: “Per le loro [future] generazioni, [275] chiunque della tua stirpe abbia su di sé un difetto non dovrà accostarsi per offrire il pane del suo Signore. 18 Perché non dovrà accostarsi nessuno che abbia un difetto: un cieco, uno zoppo, un uomo col naso schiacciato, un uomo che ha membra asimmetriche, 19 un uomo che abbia il piede rotto o la mano rotta, 20 uno con le sopracciglia cespugliose [sì da coprirgli il viso] o con la cataratta o con striature nel suo occhio o la scabbia o la rogna o con difetti ai genitali. 21 [276] Nessuno della stirpe del sacerdote Aronne che abbia un [qualsiasi altro] difetto si accosterà per fare offerte col fuoco all’Eterno. Egli ha un difetto [quindi] non si avvicinerà a offrire il pane del suo Signore. 22 Egli mangerà il pane del suo Signore, [sia prelevandolo] dal più santo dei sacrifici che dai [sacrifici meno] sacri, 23 [277] tuttavia non potrà entrare oltre la cortina e non si avvicinerà all’altare [esterno] perché ha su di sé un difetto e non dovrà profanare le Mie cose sante, poiché Io sono l’Eterno che li rende santi"». 24 [Così] parlò Mosè ad Aronne, ai suoi figli e a tutti i figli d’Israele.

22 1 L’Eterno parlò a Mosè dicendo così: 2 «Parla ad Aronne e ai suoi figli [e di’ loro che] [278] si astengano dalle offerte sacre dei figli d’Israele che [essi] Mi consacrano e non profanino il Mio santo Nome. Io sono l’Eterno. 3 Di’ loro: “In tutte le vostre generazioni, chiunque della vostra stirpe si avvicini alle cose sacre che i figli d’Israele consacreranno all’Eterno, [mentre] l’impurità è su di lui, quella persona sarà esclusa dalla Mia presenza. Io sono l’Eterno. 4 Chiunque della stirpe di Aronne sia affetto da tzaràat o da un flusso [di secrezione] [279] non mangerà le cose sacre finché non si sarà purificato. [Lo stesso vale per] chi tocchi qualcosa [che sia stato] contaminato da un morto, per chi abbia avuto una perdita seminale, 5 per colui che tocca un qualsiasi animale che brulica che lo renda impuro, per un [cadavere di un] uomo che lo renda impuro o per un’impurità di qualsiasi specie. 6 Chiunque verrà in contatto con essa [con quella persona che causa impurità] sarà impuro fino a sera e non potrà mangiare cose consacrate finché non avrà immerso il suo corpo in acqua. 7 Egli diventa puro quando il sole tramonta e, dopo, potrà mangiare cose consacrate poiché questo è il cibo che gli spetta. 8 [Il sacerdote] non mangerà un animale morto per cause naturali o sbranato per non contaminarsi con esso. Io sono l’Eterno. 9 Essi rispetteranno il Mio monito altrimenti dovranno portare su di sé [il peso] del peccato e morirne [per mano celeste], poiché hanno profanato [le cose sante]. Io sono l’Eterno che li rende santi. 10 [280] Nessuno straniero [non sacerdote] mangerà cose sacre. [281] Un ospite [temporaneo] di un sacerdote o un [suo] salariato non mangeranno le cose sacre [282]. 11 Se un sacerdote acquista con il proprio denaro una persona [come schiavo permanente], questa diventa una proprietà acquisita: egli [lo schiavo] ne potrà mangiare e [anche] colui che è nato in casa sua. Loro potranno mangiare del suo pane [del sacerdote]. 12 [283] Quando una figlia di sacerdote sposerà un uomo estraneo [alla famiglia sacerdotale] ella non potrà mangiare la terumà di cose consacrate. 13 Ma se la figlia di un sacerdote è vedova o divorziata e non ha figli, [in questi casi] può ritornare a casa del padre come da giovane e mangiare del pane di suo padre. Ma non ne potrà mangiare nessun uomo estraneo [alla famiglia sacerdotale]. 14 Quando qualcuno inavvertitamente mangia cose sacre [una terumà], dovrà dare al sacerdote una cosa [atta a diventare] santa e vi dovrà aggiungere un quinto [del valore di quanto consumato]. 15 [284] Essi [i sacerdoti] non profaneranno le cose consacrate dei figli di Israele, ciò che essi hanno prelevato per l’Eterno, 16 caricandosi del peccato della loro colpa per aver mangiato le loro cose sante, perché Io sono l’Eterno, colui che li rende santi"».

La Torà cantata
Sefer Vaikrà
vv. 21, 16 - 22, 16

Voce di Moise Levy
Commento del giorno sulla Torà

Tranne che per un suo parente stretto vicino a lui... (Vaikrà 21, 2). Su questo verso ci fa notare il grande commentatore Rashì che in base al Midràsh: “Non vi è parente stretto se non la moglie”. Ed è scritto nel Talmud (Bavà Batrà 109b) parente stretto vicino a lui è la moglie. Scrive a proposito di questo il grande commentatore Rabbì Yakòv Tzwì di Kalenburg, conosciuto per il suo commento Ha - Ktav ve ha - Kabbalà, che la moglie di un uomo è chiamata Sheèr - parente stretto”, ciò in base a quanto è scritto: ... per assicurarvi una sopravvivenza nel paese... (Bereshìt 45, 7) perché per mezzo dei figli che una donna partorisce a suo marito, essa gli garantisce una discendenza dopo la sua morte.

Lunedì 5 Iyyar 5784 - 13 Maggio 2024
Tallit e Tefillin: 4.21
Hanetz HaChama: 5.55
Termine lettura Shema: 8.30
Mincha Ghedola: 13.56
Tramonto: 20.44
Tre stelle: 21.25
Tehillim del giorno
Scansione mensile:
salmi 29 - 34

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Kitzur Shulchan Aruch del giorno
Scansione annuale: cap. 80, 61
Muovere un vaso di piante e cogliere da esso 

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Le Mitzvot del giorno

NEGATIVA 320 Non compiere nessun lavoro di Shabbàt

Non farai nessun tipo di lavoro

(Shemòt 20, 10) [32].